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Questo articolo fa parte del Corso di Fotografia Digitale Online.
Fotografia naturalistica: etica e rispetto dell’ambiente, quello che una foto non svela.
La fotografia naturalistica è senza dubbio uno dei generi fotografici più affascinanti, sia perché si è a stretto contatto con la natura e sia perché, approfittando dei momenti in cui ricerchiamo un soggetto o durante la fase di scatto, ci congediamo seppur temporaneamente, dalla quotidianità frenetica a cui siamo sottoposti costantemente.
Oggi il termine “Fotografia Naturalistica” appare sempre più confuso. Ricerchiamo emozionalità di una scena ma nello stesso tempo pretendiamo una perfezione tecnica che ne valorizzi entrambi gli aspetti.
Purtroppo la vita selvaggia, che sia una farfalla nostrana o una scimmia urlatrice del Costa Rica, non sempre permette abbinare una perfezione tecnica all’emozionalità e nonostante sia possibile ripiegare con stratagemmi comuni, facilitando tali operazioni, è importante prima di metterli in atto conoscere le conseguenze che un nostro irrispettoso comportamento può provocare, danneggiando un ambiente o situazione naturale.
In particolare nella macrofotografia, è diventato sempre più diffuso utilizzare accessori come i Plump, aste a snodi modulari flessibili con all’estremità piccole pinze dove bloccheremo all’interno di esse il posatoio con il relativo soggetto. Consentono di crearci piccoli set fotografici potendo lavorare in totale comodità.
Vi propongo l’esempio della foto a destra che ritrae la rarissima rana Hyalinobatrachium valerioi ripresa in totale libertà in Costa Rica. Questa piccola rana indifesa e dall’aspetto simpaticissimo depone le sue uova sotto le foglie degli alberi solo se sono attraversate da piccoli ruscelli d’acqua corrente, per noi caratteristiche insignificanti ma che a loro consente la sopravvivenza. Ma non è tutto!
La continuazione delle generazioni future in quanto al completamento della schiusa delle uova i girini per caduta andranno a finire dentro l’acqua continuando la loro vita e trasformarsi successivamente in piccole e splendide rane di poco più di 2 cm. La fitta foresta tropicale filtra moltissimo la luce non consentendo quasi mai di avere aree sufficientemente illuminate per lo scatto.
Una delle funzioni utili del Plump è appunto spostare il soggetto con relativo posatoio andando a ricercare situazioni più favorevoli per una più efficace illuminazione.
Un nostro gesto non calcolato può provocare un danno permanente. Supponiamo infatti di strappare la foglia dall’albero per posizionarla ricercando una situazione migliore e finito il lavoro volerla riporre con furbizia sul ramo. Tutto sommato questo gesto potrebbe “in un certo senso” farci sentire a posto con la coscienza, la foglia è riposta sul ramo sopra l’acqua e i girini quando saranno pronti potranno farsi un bel tuffo! Sappiate che la foglia non potendo più nutrirsi dal ramo da cui era alimentata seccherà e le stesse uova cadranno nell’acqua ancor prima che sia pronta la loro schiusa.
Da qui, l’importanza da parte dei fotografi professionisti che svolgono attività di workshop, di inglobare nei loro programmi oltre le varie tecniche di ripresa, la formazione e il rispetto dell’ambiente e la vita attorno ad essa. È infatti possibile ottenere ugualmente uno scatto interessante sia sotto il profilo artistico che didattico, se preventivamente ragionato e calcolato, evitando allo stesso momento sia di recare danni permanenti alla piccola rana sia evitare che il fattore umano non inquini uno scenario naturale. La foto che vedete a inizio articolo mostra un set fotografico pensato preventivamente, lo stesso set che ci ha permesso di realizzare la foto della rana.
Anziché strappare la foglia abbiamo deciso per una differente soluzione: costruire attorno ad essa un set che ci permettesse una efficace stabilità del posatoio, annullando preventivamente il rischio del micro mosso e consentirci di ricorreggere con illuminatori a LED la luce in quelle aree critiche dove non avrebbe restituito contrasti e tridimensionalità sul soggetto.
La fotografia naturalistica si basa su una vasta scelta di tecniche fotografiche, come la fotografia paesaggistica, la macrofotografia, la fotografia d’appostamento e le trappole fotografiche, sempre senza arrecare danni o disturbi ai soggetti ripresi e all’ambiente circostante. Il fotografo naturalista, è colui che mette in pratica queste tecniche.
Articolo scritto da Simone Tossani
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