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Questo articolo fa parte del Corso di Fotografia Digitale Online.

Foto di Bruno Ciampi

La fotografia HDR (acronimo di High Dynamic Range) consiste nel superare i limiti fisici del sensore aumentando la gamma dinamica estesa grazie alla possibilità di combinare in post produzione o in fase di scatto tre o più foto con diverse esposizioni, questo comporta che le scene fotografate debbano essere statiche ed è quindi necessario un treppiedi.Molti sono convinti che questa tecnica porti ad avere foto molto contrastate con colori super saturi, non c’è niente di più sbagliato, quel tipo di foto è solo un’orrenda post produzione che raramente può risultare interessante se ben realizzata. La fotografia HDR dovrebbe apparirci più realistica di una normale foto, poiché l’occhio umano è in grado di distinguere maggiori dettagli di un sensore, sia nelle luci che nelle ombre.

Ma da cosa è caratterizzata una vera foto in HDR? Da una gamma dinamica superiore a quella del sensore della propria fotocamera, ombre aperte ed alte luci contenute anche in presenza di forti contrasti, una foto impossibile da fare con un normale sensore, perché chiuderebbe le ombre oppure brucerebbe le alte luci.

Da questa spiegazione si evince che non è possibile ottenere un HDR da un singolo scatto perché non si supera alcun limite di gamma dinamica del sensore, in un solo scatto non possono esistere le informazioni che sono contenute in più scatti.

Per ottenere una foto HDR, come già detto prima bisogna fare almeno 3 foto posizionando la fotocamera su un treppiedi e utilizzando la funziona di bracketing dell’esposizione, il diaframma deve rimanere il medesimo in tutti gli scatti sennò si avranno variazioni di PDC:

  • La prima foto per esporre le alte luci
  • La seconda con un esposizione media
  • La terza esponendo per le ombre

La mia fotocamera mi consente di scattare con la funziona BKT fino a 7 foto da poter poi fondere in fase di post produzione, ottenendo un’immagine con una gamma dinamica notevolmente superiore alla singola foto.

COME REALIZZARE UNA FOTO IN HDR – TUTORIAL PHOTOSHOP

Oltre alla guida qui in basso consiglio la lettura dei seguenti articoli sulla fotografia HDR:

La seguente guida è stata scritta dal fotografo Gianluca Nespoli.

In questo tutorial vedremo come creare un’immagine HDR tramite Photomatix e la successiva ottimizzazione della stessa tramite Photoshop, il tutto partendo da tre scatti effettuati in formato RAW.

Gli scatti di seguito utilizzati sono stati eseguiti con una reflex Canon 30D ed un obiettivo Canon 10-22mm. Diaframma f/9 con tempi di 1/8s, 0.5s e 2s. Come potete notare i tempi agli estremi sono esattamente a + e – 2 stop dal valore di riferimento di 0.5s.

Le foto sono state scattate al museo delle scienze di Londra, ambiente ideale per sfruttare la tecnica hdr, sistemando la camera su di uno zaino in quanto da regolamento interno del museo è vietato usare il cavalletto, in modalità bracketing e autoscatto inserito in maniera da evitare qualsiasi movimento della camera al momento degli scatti.

Creazione della foto HDR

I seguenti scatti verranno usati per realizzare la foto HDR in Photomatix Pro, facile da utilizzare ed abbastanza intuitivo (vi sono molti tutorial in rete per approfondirne le caratteristiche). Lavorando con immagini TIFF a 16 bit il risultato sarà simile all’immagine seguente (32 bit).

In Photomatix bisogna impostare il Tone Mapping, ottenendo un’immagine TIFF a 16 bit per canale.

Configurare il Tone Mapping secondo il proprio gusto risulterà un’operazione piuttosto semplice data l’interfaccia priva di fronzoli. La differenza fra le due foto è evidente ma ancora non proprio soddisfacente, dominante giallognola e un po’ slavata. Ciò che si otterrà dopo aver lavorato con Photomatix sarà simile all’immagine seguente:

Ritocco dei dettagli

Passiamo alla fase di rifinitura per rendere l’immagine un po’ più accattivante. Principalmente andremo a lavorare sulle luci, sulle ombre, sui toni, sul contrasto e sulla nitidezza.

Aperta l’immagine precedentemente salvata da Photomatix, duplichiamo il livello di sfondo e modifichiamone l’esposizione (Immagine > Regolazioni > Esposizione):

Proseguiamo desaturando il giallo (Immagine > Regolazioni > Tonalità/Saturazione).

Aumentiamo la nitidezza dell’immagine utilizzando una maschera di contrasto:

In questo caso ho preferito aumentare subito la nitidezza invece che farlo alla fine del lavoro, uniamo il tutto e duplichiamo il livello così creato.

Applichiamo il filtro Controllo sfocatura / Gaussian Blur in modalità sovrapponi e bassa opacità (14% può andare bene) così facendo andiamo a caricare maggiormente il colore dell’immagine rendendola più corposa:

Uniamo nuovamente i livelli e duplichiamolo.

Immagine > Regolazioni > Luminosità / Contrasto utilizzando i seguenti valori: luminosità: -3; contrasto: +3. Uniamo nuovamente il tutto e duplichiamo il livello.

Immagine > Regolazioni > Curve.

Uniamo il tutto e duplichiamo il livello.

Si può vedere ancora una dominante giallognola che, personalmente, non trovo adeguata. Ripetiamo quindi la desaturazione del giallo con valore -65 ed impostando, per il livello superiore (modalità normale), un’opacità al 75%. Uniamo il tutto e duplichiamo nuovamente.

Cerchiamo di aumentare la tridimensionalità del soggetto andando ad enfatizzare i punti di luce con lo strumento pennello in modalità sovrapponi / overlay con opacità di circa il 18% ed utilizzando come colore il bianco. Lo stesso procedimento dovrà essere eseguito per le zone in ombra usando un pennello nero (in alternativa potremo utilizzare gli strumenti brucia e scherma).

Le dimensioni del pennello varieranno a seconda della parte che andremo a trattare. Uniamo il tutto ancora una volta e duplichiamo il livello.

Passiamo in modalità 8 bit ed utilizziamo il filtro Effetto pennellate / Paint Daubs:

Abbassiamo l’opacità del livello al 30% e nei punti dove l’effetto risulta essere troppo accentuato (in questo caso sul radiatore del veicolo) utilizziamo lo strumento gomma per rendere visibile il livello sottostante.

Direi che il lavoro è finito!

In conclusione

Come avrete intuito questo non è “IL” metodo ma un metodo che deve essere adattato alla foto da elaborare. Per un buon risultato è importante partire da una fotografia discreta con il più basso rumore possibile, dato che la tecnica HDR tende ad enfatizzare questo rumore. Non tutti i soggetti sono adatti a questo tipo di elaborazione, metalli e superfici riflettenti, invece, daranno notevoli risultati. Partendo da un soggetto molto contrastato l’immagine finale risulterà altrettanto ben esposta e gradevole ma si avrà necessità di più scatti.

Un effetto simile, sebbene più grossolano, si potrà ottenere partendo anche da un solo scatto: sviluppando in maniera differente lo stesso file RAW variandone di volta in volta la luminosità.

Spero di non essere stato troppo noioso o dispersivo ma piuttosto d’aiuto per avvicinarvi a questa tecnica fotografica.

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