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Questo articolo fa parte del Corso di Fotografia Digitale Online.

Quando la vostra fotocamera mette a fuoco il soggetto non vi siete mai domandati come funziona? Quando ruotate la ghiera di messa a fuoco (anche quando usate l’auto focus) non fate altro che regolare la distanza tra le lenti dell’ottica e il sensore, un soggetto risulta nitido solo quando tale distanza risulta corretta.

Ghiera di messa a fuoco della Rolley B35 (ghiera più esterna, quella interna regola il diaframma), feet sta per piedi, sulle vecchie macchine fotografiche nella ghiera di messa a fuoco appariva la distanza di messa a fuoco indicata sia in feet che in metri.

La luce che entra nell’obiettivo è convogliata verso il sensore formando un cono, se il vertice di questo cono colpisce il piano del sensore, l’immagine è a fuoco, altrimenti risulta sfocata.

Nella messa a fuoco automatica basta premere a metà corsa il pulsante di scatto e automaticamente un motorino elettrico sposta il gruppo lenti fino alla corretta messa a fuoco, sul mirino dovrebbe comparire una spia che vi avvisa se potete scattare (alcune fotocamere emettono anche un segnale acustico).

Esistono 5 modalità di messa a fuoco principali:

  • AF one shot (Canon) o anche AF-S (Auto Focus Single su Nikon): funziona come appena spiegato, basta premere a metà corsa il pulsante di scatto per avere il soggetto correttamente messo a fuoco, è consigliabile utilizzare questa modalità di AF con soggetti fermi.
  • AF continuo, AI Servo (Canon) o AF-C (Nikon): questa modalità aggiorna continuamente la messa a fuoco per tutto il tempo che teniamo premuto il pulsante di scatto, da utilizzare quando sappiamo di dover fotografare soggetti in movimento.
  • AF intelligente, AI Focus (Canon) o AF-A (Nikon): la fotocamera decide automaticamente interpretando la scena se usare la modalità AF-S o la modalità AF-C (a fuoco continuo), questo tipo di messa a fuoco è detta anche ibrida per questa sua particolarità.
  • AF predittivo: da utilizzare anch’esso con soggetti in movimento, la fotocamera corregge la messa a fuoco cercando di prevedere il punto di messa a fuoco futuro stimando lo spostamento del soggetto nel breve intervallo di tempo dello scatto.
  • Manuale: questo tipo di messa a fuoco era molto usata ai tempi della fotografia analogica, quando ancora i sistemi di messa a fuoco automatici non erano molto precisi, per utilizzarla si deve disattivare l’autofocus e ruotare la ghiera dell’obiettivo fino a che l’immagine non appare nitida. La si usa ancora oggi perché in determinate situazioni la messa a fuoco automatica può sbagliare, se per esempio un oggetto ostacola la linea visuale l’autofocus potrebbe non mettere a fuoco il piano voluto, oppure, caso molto comune, con un soggetto monocromatico (come per esempio un muro colorato) l’autofocus potrebbe andare in tilt nel tentativo di valutarne la distanza.

Le moderne fotocamere possiedono molti punti di messa a fuoco, ed è possibile selezionare l’area del fotogramma in cui si trova il soggetto che si vuole mettere a fuoco.

Se il soggetto risulta decentrato potete inquadrarlo e metterlo a fuoco posizionandolo al centro del fotogramma, per poi ricomporre l’inquadratura senza rilasciare il pulsante di scatto in modo da mantenere le impostazioni, infine non vi resta che scattare!

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