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Questo articolo fa parte del Corso di Fotografia Digitale Online.
L’istogramma è uno strumento essenziale in fotografia digitale, molti però non gli danno la dovuta importanza o peggio non sanno cosa sia. Esso serve a capire se l’esposizione è corretta, se abbiamo perso dettagli nelle zone in ombra o nelle zone delle alte luci.
Molti si affidano allo schermo LCD della fotocamera, grosso errore, perché non sempre ci offre un risultato affidabile a causa della retroilluminazione dello schermo (troppo accesa o troppo spenta) o dell’illuminazione dell’ambiente esterno che se troppo intensa può falsare la nostra visione dell’immagine e quindi indurci in errore nel valutare l’esposizione di una foto.
Viene in nostro aiuto l’istogramma che può essere consultato in fase di scatto dallo schermo lcd della fotocamera o dal programma di post produzione da noi usato.
Subito dopo aver scatto una fotografia posso vedere l’anteprima dell’immagine dallo schermino lcd della fotocamera.
Come mostrato nell’immagine qui in alto posso vedere i dettagli dello scatto, il grafico in alto a destra è l’istogramma. In alcune macchine fotografiche potete visualizzare un istogramma più dettagliato, ovvero diviso nei tre colori RGB.
In questa sede ci interessa capire come leggere l’istogramma composito, esso rappresenta la quantità di pixel presenti per le varie luminosità, l’immagine è correttamente esposta quando la zona dove inizia e finisce il grafico non è tagliata.
Nell’istogramma sull’asse orizzontale abbiamo la luminosità divisa in 256 livelli, partendo da sinistra lo 0 indica il nero, andando verso destra 255 indica il bianco, a metà abbiamo il grigio e sull’asse delle Y abbiamo la tonalità all’interno dell’immagine.
Se realizzo la stessa foto sottoesponendo la curva si sposta verso la nostra sinistra, però non essendo tagliata tutte le informazioni che ci sono nei neri dell’immagine sono state catturate, quindi in post produzione con photoshop possiamo correggere i livelli senza avere alcuna perdita di informazioni sui neri.
In questa versione sovraesposta l’istogramma si è spostato verso destra tagliando la curva, ho bruciato parte dei bianchi, quindi ho perso delle informazioni che non potrò più recuperare neanche con Photoshop.
Da quanto spiegato finora è possibile capire l’importanza dell’istogramma, osservandolo in fase di scatto ci si renderà subito conto se l’immagine è esposta correttamente e se è recuperabile in fase di post produzione.
L’istogramma e Photoshop
Per vedere l’istogramma in Photoshop su sistema operativo Windows basterà premere il tasto di scelta rapida CTRL + L oppure su sistemi macOS basta premere la scorciatoia da tastiera MELA + L.
Col mouse bisogna andare su Immagine -> Regolazioni -> Livelli.
Si aprirà la finestra dei livelli dove è possibile vedere l’istogramma.
Nella finestra dei livelli ci sono 3 cursori sotto l’istogramma, uno del nero al valore 0, uno dei toni medi al valore 1,00 e uno dei bianchi al valore 255.
Trascinando il cursore dei bianchi alla fine della curva in questo caso vengono esposte correttamente le alte luci rendendo più luminosa la foto.
I toni medi però sono ancora scuri, spostando il cursore del tono medio verso sinistra otterrò così un’immagine correttamente esposta, in questo modo i bianchi non appariranno bruciati e i neri risulteranno naturali, l’immagine sarà quindi leggibile, chiudendo e riaprendo il grafico dei livelli noto che l’istogramma della foto è ora più bilanciato.
In caso di bianchi bruciati, come nella foto di esempio a inizio articolo, è impossibile recuperare dettaglio, Photoshop purtroppo non fa miracoli, non ricrea le informazioni che non sono state catturate durante la fase di scatto, un’immagine eccessivamente sovraesposta rimarrà tale, per questo in fase di scatto è bene controllare l’istogramma.
Se la scena che andiamo a fotografare è molto contrastata, ovvero presenta sia delle zone molto luminose che delle zone in ombra molto scure la macchina fotografica non riuscirà a catturare tutte le informazioni disponibili, il fotografo dovrà fare una scelta, dovrà rinunciare ad avere delle informazioni sulle alte luci o sulle ombre. Per fortuna la tecnologia ci viene incontro con la fotografia HDR, vi rimando al seguente articolo del corso per approfondire l’argomento: Fotografia HDR guida completa – Corso di Fotografia – Lezione 28.
Una curiosità: i nostri occhi, in condizioni ideali, riescono a distinguere solo 200 diversi livelli di grigio, i 256 toni disponibili in un’immagine digitale sono più che sufficienti per rappresentare anche le più sottili variazioni di tonalità.
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