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Questo articolo fa parte del Corso di Fotografia Digitale Online.

La fotografia astronomica è quel genere fotografico che consiste nella ripresa dei corpi celesti ed è forse il tipo di fotografia più difficile a livello tecnico. Ovviamente non esiste modo di illuminare i corpi celesti, inoltre è difficile farli apparire fermi per via dell’effetto della rotazione terrestre. Sole e luna, fortunatamente sono più facili da fotografare con le dovute accortezze e tecniche di ripresa.

Iniziamo parlando dell’attrezzatura necessaria.

Serve un buon telescopio, consiglio Newton o Cassegrain, che abbia almeno 200 mm di diametro e una lunghezza focale tra i 1000 e i 2000 mm.

Per fotografare la luna i tempi di otturazione sono rapidi, invece per i pianeti si deve avere un cavalletto estremamente stabile e un sistema di inseguimento del moto apparente delle stelle, dato che si può arrivare a usare tempi di esposizione lunghi.

Il telescopio va montato su un cavalletto provvisto di montatura equatoriale che deve essere perfettamente allineata con l’asse di rotazione terrestre.

Come fotografare la Luna

Foto di Brian

Uno dei soggetti notturni per eccellenza è la luna, che purtroppo non è così facile da fotografare correttamente, perché si muove, infatti scattando con tempi lunghi verrà registrato anche il suo movimento, se si vuole ottenere un paesaggio notturno dove la luna risulti ferma fate due scatti, il primo esponendo il panorama senza la luna, il secondo cercando di esporre correttamente la luna in primo piano, evitando il mosso, in fase di elaborazione bisogna inserire la luna ridimensionandola nella porzione di cielo del primo scatto.

Senza un telescopio fotografare la luna diventa molto difficile e si rischia di ottenere la solita foto banale del dischetto lunare in un cielo nero, questo perché l’immagine della Luna che si forma sul piano focale è in ragione di 1 mm ogni 100 mm di lunghezza focale, in parole povere un 100 mm dà una immagine di 1 mm di diametro, quindi con un 1000 mm la Luna appare come un disco da 10 mm di diametro.

Per i pianeti occorre ingrandire notevolmente, serve un sistema di moltiplicazione della focale che si ottiene interponendo un opportuno oculare e adeguati tubi di prolunga, per avere un’immagine decente dei pianeti le focali equivalenti devono essere dell’ordine dei 5000 – 20000 mm, in pratica sarebbe come utilizzare un moltiplicatore di focale 20x, cosa fattibile solo con telescopi di notevole stabilità e in condizioni meteo ottimali, con ottima trasparenza dell’atmosfera e assenza di turbolenze.

Chi non può permettersi un telescopio ma vuole comunque provare a fotografare la luna, l’attrezzatura minima consiste in:

  • Una Reflex
  • Un obiettivo da almeno 300mm
  • Opzionalmente un tele-converter
  • Un treppiedi
  • Un telecomando con o senza fili

Il problema con un obiettivo di elevata lunghezza focale come un 500mm è la stabilità; l’unica soluzione è un treppiedi molto robusto e un comando a distanza (potreste usare anche il timer interno dell’autoscatto della macchina).

Bisogna cercare un posto tranquillo e lontano dall’inquinamento luminoso che può esserci in città, guardate il calendario e “sincronizzatevi” con la “luna che volete”, poiché la luna si muove abbastanza velocemente controllate subito prima di scattare se è sempre la!

Per quanto riguarda l’esposizione, la cosa è un po’ complessa, perché fondamentalmente è una grossa palla luminosa bianca su uno sfondo nero, quindi, una soluzione ottimale potrebbe essere provare vari esperimenti col bracketing, così da avere un po’ di materiale su cui lavorare in post-produzione, si dovranno usare diaframmi intermedi tra f8 e f11.

Questa parte dell’articolo è stata scritta da Lorenzo Tedesco

Le tracce stellari

Foto di Darren Kirby

In fotografia astronomica il tipo di ripresa più semplice da effettuare è quella che fa apparire le così dette “Tracce stellari”.

Si effettua una ripresa utilizzando tempi molto lunghi, così da mettere in evidenza il moto delle stelle. Le foto più suggestive si ottengono puntando l’obiettivo verso il Polo nord celeste, dove è possibile vedere la stella polare che rimane fissa (o quasi) al centro della foto e le altre stelle invece danno l’idea di ruotare intorno ad essa. Se invece si è in prossimità dell’equatore si otterranno tracce rettilinee. Ovviamente, più è lungo il tempo di posa e più lunghe appariranno le tracce.

Se invece non si vuole mettere in evidenza il moto degli astri si può utilizzare un tempo di posa abbastanza breve.

In base alla focale utilizzata cambia il tempo di esposizione massimo oltre cui si percepiscono i movimenti stellari. Il massimo tempo di esposizione è dato dalla formula T=550/f, dove T è il tempo di posa in secondi, ed f è la focale espressa in mm.

Tecnica del fuoco diretto con il telescopio

Per questa tecnica è necessaria una macchina reflex collegata a un telescopio tramite un anello adattatore chiamato anello T2. Quest’ultimo si inserisce su un accordo montato al posto dell’oculare.

Il telescopio si utilizza così come un obiettivo a lunga focale, dunque è più semplice riprendere oggetti piccoli e deboli. Solitamente i telescopi, avendo una focale così lunga, hanno un rapporto focale raramente inferiore a f/6. Di conseguenza si avranno tempi di posa lunghi, che possono arrivare anche a 20 minuti.

Un problema che potrebbe verificarsi è la mancata messa a fuoco utilizzando il normale vetrino della macchina fotografica, per cui sarà utile utilizzarne uno più chiaro o un ingranditore.

Dunque, sistemata l’attrezzatura si hanno le seguenti condizioni: tempi di posa molto lunghi e focale lunga. E per l’inseguimento? Per evitare l’effetto mosso, o le tracce stellari, bisogna “inseguire” l’oggetto che abbiamo inquadrato per non far risentire la foto del movimento terrestre. A questo ci pensa un sistema di correzione consistente in un sistema ottico che permette di vedere una stella ad alto ingrandimento e una pulsantiera che permette di compensare il movimento su entrambi gli assi. Si rende necessaria dunque una guida assistita, che si può effettuare in due modi: o si monta un telescopio sulla schiena del telescopio primario usato a fuoco diretto dalla fotocamera e si insegue la stella guida a mano o con l’aiuto della pulsantiera; oppure si effettua una guida fuori asse interponendo un prisma tra il corpo macchina e il telescopio che avrà il compito di deviare parte della luce perpendicolarmente all’asse del fuoco su un oculare secondario che consentirà di eseguire la guida.

Questo tipo di fotografia dona un contrasto elevato, utile soprattutto nella fotografia planetaria, e offre nitidezza e luminosità nettamente superiori per gli oggetti del profondo cielo.

Questa parte dell’articolo è stata scritta da Claudia Prontera

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