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Da quando ho pubblicato l’articolo “I Migliori Libri di Fotografia” sono stato sommerso da e-mail con per oggetto quasi tutte la stessa domanda “Quale libro di Michael Freeman devo comprare?“.

Esistono due edizioni di questo libro, più a mio dire una terza intitolata “La mente del fotografo” che per me è il naturale continuum dell’edizione del 2008.

Queste sono le tre edizioni in ordine cronologico:

Detto in poche parole l’edizione più corposa e di successo è quella del 2008, mentre l’edizione del 2014 è stata molto criticata dal pubblico, trovo molto adatta una delle tante recensioni su Amazon che ci spiega in poche e semplici parole il contenuto di questo libro e le somiglianze – differenze col primo:

Premetto che sono un tale estimatore di Freeman che questo è il suo ottavo libro che ho letto, ed in stretta relazione con il presente ho letto il primo “Occhio del fotografo”, “La mente del fotografo” e “La visione del fotografo”.

Il libro è molto schematico, di facile fruizione e si legge molto velocemente: dedica due pagine ad “argomento/situazione” con una foto esemplificativa corredata da un breve testo descrittivo e da miniature della foto stessa, o schemi e scomposizioni grafiche elaborate per meglio spiegare il concetto espresso.Abbraccia tutto ciò che concerne la composizione, come ad esempio il tipo di inquadratura ed il posizionamento del soggetto, l’organizzazione dei piani della foto e gli effetti grafici da cercare/evidenziare, le relazioni tra i colori e tra più possibili soggetti/oggetti della foto, oppure le opportunità date dai vari tipi di ottiche o dai diversi punti di ripresa… insomma in fondo si direbbe un libro completo., peccato che, come da titolo in fondo è il “Bignami” dei libri di Freeman fatto dallo stesso Freeman[…]

Poche le aggiunte e le nuove cose, solo un buon ripasso. I primi due capitoli sono praticamente la copia, riassuntiva asciutta e schematica, dei primi due capitoli del primo Occhio del fotografo.

Negli altri capitoli poche aggiunte ma, e questo un po’ mi ha infastidito, mischiamo le carte in tavola cambiando nome ed ordine degli argomenti. Per esempio: lo stesso concetto quale nascondere il soggetto o inserire un oggetto che verrà visto solamente dopo aver spaziato all’interno della foto, viene trattato come “Svelamento” in questo libro, come “Rallentare la visione” nel primo Occhio del fotografo, e di “Rivelazione” ne “La mente del fotografo”.

Alla fine è sempre la stessa cosa, trattata con maggiore o minore discorsività nei vari libri, ma mi sento preso in giro perché il fatto di aver cambiato terminologia e foto la vedo come una piccola mistificazione per non farmi mettere subito in relazione le ripetizioni.Altri esempi volendo ce ne sono… ne elenco solo un paio: c’è un immagine di un colonnato e sul bordo estremo della foto un uomo in tuba, in un libro lo definisce “contrappunto dinamico” e nell’altro “soggetto in posizione estrema”, oppure c’è un’immagine composta da più soggetti riflessi attraverso un mosaico di specchi che viene definita e trattata come “disordine programmato” in un libro e come “sovrapposizione” nell’altro.

Avrei preferito che l’autore e l’editore avessero avuto più rispetto per noi lettori essendo più chiari sulla sua effettiva natura e forma anziché millantarlo come evoluzione prosecuzione ed approfondimento del primo: lo avrei comprato ugualmente. Per concludere.Per chi ha letto gli altri succitati libri questo è un semplice ripasso schematico e veloce di quanto da lui già scritto: sicuramente ha una sua validità ed utilità per la comoda fruibilità, ma non è essenziale, semmai è superfluo.

Per chi invece non ha letto gli altri libri e non ha tanto tempo a disposizione, o non ama le trattazioni troppo discorsive preferendo schematiche esemplificazioni ed enunciazioni, è sicuramente un buon libro (ovviamente anche sulla base del proprio punto di partenza).

Storia leggermente diversa per “La mente del fotografo“, dove anche qui è presente un velato richiamo agli argomenti dell’edizione del 2008 ma il tutto è trattato in maniera più pratica e meno teorica.

CONCLUSIONE

Non serve un genio per capire che l’edizione del 2014 è da evitare, sia che possediate o meno L’occhio del fotografo – edizione 2008La mente del fotografo.

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