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Una nuova tecnica di recupero della foto può aiutare l’umanità a salvare alcune delle fotografie più antiche del mondo, che sono state precedentemente considerate danneggiate in modo irreparabile.
I ricercatori dell’Università del Western Ontario in Canada, guidati da Madalena Kozachuk, hanno utilizzato i raggi X di sincrotrone e l’imaging a fluorescenza per analizzare le vecchie lastre dagherrotipiche del XIX secolo, che utilizzavano lastre di rame rivestite di argento sensibilizzate allo iodio e sviluppate utilizzando vapori di mercurio riscaldati.
Nel corso del tempo, le foto originali su queste lastre si sono sbiadite (a volte completamente) a causa di anni di appannamento e sporcizia che si sono accumulati sulla superficie. Ma nonostante ciò le particelle di mercurio rimangono ancora.
Utilizzando i raggi X in un processo di scansione che impiega 8 ore per piastra, gli scienziati sono stati in grado di identificare dove il mercurio è distribuito su ciascuna piastra, recuperando le foto originali anche quando non è possibile vedere alcuna traccia di esse a occhio nudo.
Il team ha testato la propria tecnica su due lastre ottenute dalla National Gallery of Canada – ritratti di una donna e un uomo – e ha prodotto versioni digitali notevolmente chiare delle foto originali.
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