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Probabilmente questo articolo mi costerà caro, perché mi attirerò le ire di più di qualche pseudo influencer e, come già capitato ad altri che hanno scritto di ciò, i bot potrebbero prendere di mira il mio account riempendolo di commenti negativi e di seguaci fasulli (che andrebbero ad alterare e falsare le mie statistiche).

Per fortuna, ormai da anni, nel campo dei social pratico da sempre la sottile arte del “non me ne frega un ca*** di nulla”, essendo un fotografo ed avendo un blog molto popolare le mie entrate più consistenti non provengono dai social.

SCOPRIRE CHI COMPRA FOLLOWER

Grazie a Social Blade è facile capire chi su instagram compra follower o usa dei bot che seguono massivamente le persone per poi levargli il “segui” (chiamata tecnica del follow-unfollow).

Una volta entrati in home page basterà digitale l’username dell’influencer che vogliamo analizzare nella barra di ricerca, non funziona solo con Instagram ma anche con YouTube, Twitch, Twitter e Dailymotion.

Una volta avviata la ricerca social blade ci manderà su una pagina con diverse informazioni, la sezione più importante per il nostro scopo risponde alla voce di “INSTAGRAM STATS SUMMARY / USER STATISTICS FOR…

Tabella generata su Social Blade relativa a un account che probabilmente compra follower.

La colonna dei followers ci mostra quante persone in un determinato giorno hanno seguito o tolto il segui, mentre la colonna dei following quante persone l’account in esame ha seguito.

Cosa emerge da questa tabella? Che l’account in questione perde durante l’arco del mese tantissimi follower, per esempio dal 4 aprile al 9 aprile ha perso 907 follower, per poi magicamente guadagnarne 3000 in un solo giorno. Sono statistiche molto strane, perché generalmente è vero che un account nel corso del tempo perde seguaci ma contemporaneamente li guadagna pure, qui invece si passa da periodi più o meno lunghi di totale perdita, a singole giornate in cui magicamente si compensa quanto perso ma con gli interessi!

Per avere un metro di paragone guardiamo ora le statistiche di un utente della cui genuinità sono abbastanza sicuro, mi riferisco a Martin Parr, una leggenda della fotografia nonché fotografo dell’agenzia Magnum Photos, insomma, una persona che non ha affatto bisogno di comprarsi follower per apparire popolare. Qui di seguito la tabella con le sue statistiche.

Come vedete i suoi numeri sono costanti nel tempo e piuttosto omogenei, neanche un fotografo di fama mondiale riesce ad avere picchi da 3000 follower in un solo giorno, per essere sicuro ho controllato anche il profilo di Steve McCurry, neanche lui riesce a superare i 400 seguaci al giorno (e parliamo di un account con più di 2 milioni di seguaci).

Perché i numeri di chi compra follower non sono omogenei? Il sistema dei follower comprati ha un grosso limite, i seguaci che si comprano dopo un po’ di tempo smettono di seguire l’acquirente, questo per spingere chi ha effettuato l’acquisto a non smettere mai di comprare follower, quindi, anche solo mantenere lo stesso numero di seguaci diventa costoso.

Non sempre è possibile scoprire chi compra follower, esistono servizi di vendita di seguaci particolarmente sofisticati che erogano follower molto gradualmente nel corso del tempo.

SCOPRIRE CHI USA LA TECNICA FOLLOW-UNFOLLOW

Invece di comprare follower molti usano bot che usano la tecnica del “follow-unfollow”, consiste nel seguire una persona e quando questa ricambia smettere di seguirla, esistono bot che fanno questa azione massivamente.

Tabella generata su Social Blade relativa a un account che probabilmente con l’aiuto di un bot usa la tecnica del follow-unfollow.

Questa volta i dati interessanti sono soprattutto nella colonna “following”, ovvero le persone seguite dall’account. Per esempio, giorno 5 maggio ha seguito 489 persone, 25 delle quali hanno ricambiato seguendola a loro volta, negli giorni immediatamente successivi ha smesso di seguirle quasi tutte. Facendo questo giochetto a fine mese si è ritrovata con 570 nuovi seguaci che non si sono accorti di essere stati vittima di questo trucco (non tutti hanno il tempo di badare a chi li segue o di consultare appositi strumenti di analisi).

SCOPRIRE CHI COMPRA LIKE, COMMENTI O PARTECIPA A PODS

Per aumentare i like e i commenti in modo illecito esistono due modi, comprarli oppure partecipare ai cosiddetti pods, questi ultimi sono gruppi di utenti che si mettono d’accordo per mettersi i like a vicenda. Entrambi i sistemi servono a prendere in giro l’algoritmo di Instagram e assumere visibilità alla faccia di persone come me, che non hanno tempo, voglia e soprattutto la faccia tosta di falsare l’apprezzamento attorno ai propri lavori.

Scoprire chi compra “mi piace” è più complicato, non esistono tool online che ci possano aiutare, però basta usare l’intelligenza.

Come metro di paragone anche questa volta mi avvarrò dell’account di Martin Parr, il quale è seguito da 435.000 persone, con questo numero di seguaci le sue foto totalizzano una media di 3000 like per foto, alcune particolarmente apprezzate dal pubblico riescono anche ad arrivare a 6000 like.

Qui di seguito invece lo screen di un account di un perfetto sconosciuto, con più o meno lo stesso numero di seguaci di Martin Parr, ma con una media di like sulle foto decisamente più elevata, circa 90.000. Non c’è alcun dubbio che i like di questo profilo siano comprati, questo perché un influencer riesce generalmente a generare un coinvolgimento (mi piace e commenti) di circa 1,5-3% dei propri follower, ad esempio, se un influencer ha 100.000 follower dovrebbe avere dai 1.500 ai 3.000 like su un post. A seconda della nicchia dell’influencer anche un tasso dell’1% potrebbe andare bene.

Le statistiche di questo ragazzo su social blade sono qualcosa di veramente esagerato.

In un solo mese ha ottenuto più di 80.000 follower e i suoi post hanno un tasso di coinvolgimento del 21%, praticamente neanche Steve McCurry coi suoi 2 milioni di follower riesce ad eguagliarlo.

Tralasciando questo fenomenale ragazzo, su Instagram esistono una miriade di account anche con pochi follower con un tasso di coinvolgimento elevatissimo, può succedere che l’influencer che li gestisca sia particolarmente abile, ma il più delle volte quando superano la soglia del 3% di coinvolgimento sono account che comprano like o che fanno parte di grossi pods.

Capire se i commenti sono comprati è un’impresa molto difficile, su molti siti c’è scritto che tutti i commenti insignificanti e con emoticon sono spesso finti, ma da quello che vedo anche le persone reali spesso lasciano delle emoticon o commenti molto brevi e poco significativi. Suggerisco di applicare la stessa regola dei like, se un account ha un numero di commenti spropositato rispetto al suo numero di seguaci allora dovrebbe venirvi il sospetto che possa comprare il suo engagement.

RIFLESSIONE CONCLUSIVA

Come si evince da quanto detto falsare le statistiche del proprio account Instagram è fin troppo facile, basta andare a fare una ricerca su google per trovare tantissimi servizi che permettono, a basso costo, di comprare: follower, like, commenti e addirittura bot che gestiscano l’account per noi.

Tutto questo nell’immediato provoca i seguenti danni:

  • L’algoritmo di instagram favorisce chi compra like, commenti e partecipa a pods. Per esempio, le foto del ragazzo di prima con ben 90.000 like verranno mostrate nel feed e nei vari hashtag prima di quelle di Martin Parr che ne hanno solo 3000. Questo genera frustrazione in chi “gioca” onestamente e non poche persone hanno iniziato a comprare like giustificando ciò con la semplice riflessione “visto che lo fanno tutti lo faccio anche io”.
  • Gli influencer che comprano il loro engagement stanno letteralmente truffando le aziende e le attività commerciali con statistiche gonfiate, non sono in pochi quelli che riescono a viaggiare gratuitamente o a farsi pagare tanti soldi per creare post dove il 90% dei like e commenti è falso. Prima o poi le aziende prenderanno consapevolezza di ciò e ad andarci di mezzo saranno anche gli influencer onesti, è già capitato che qualche grossa azienda abbia smesso di investire sugli influencer in Instagram, reputandoli poco affidabili.

Molti a questo punto si domanderanno “Come fanno le grandi aziende a finire nella trappola dei fake influencer?“, ad essere sincero non ho una risposta a questa domanda, ma è un dato di fatto che potete verificare voi stessi che tanti influencer che comprano follower vengono ingaggiati anche da grossi brand. Posso solo azzardare teorie, una di queste è che probabilmente il reparto marketing di queste aziende è felice di poter presentare statistiche esagerate ai propri boss, oppure, è composto da persone poco preparate.

Chi compra engagement, a mio avviso, sta letteralmente distruggendo Instagram e se la piattaforma non farà niente al riguardo sarà la sua fine.

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